Il Mou sull’integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber coinvolge tutti gli staekoholder finanziari coinvolti. CDP Equity, società di Cassa Depositi e Prestiti, detiene il 9,9% di TIM e il 60% di Open Fiber; KKR possiede il 37,5% di FiberCop (azienda wholesale di TIM che porta la fibra ottica nelle abitazioni); Macquarie controlla il 40% di Open Fiber.
Il protocollo di intesa non vincolante punta a creare in Italia un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato, controllato da CDP Equity e partecipato dai fondi KKR e Macquarie.
Il nuovo operatore avrà il compito di accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture VHCN (Very High Capacity Networks) sull’intero territorio nazionale, permettendo l’accesso ai servizi più innovativi offerti dal mercato.
L’Operazione prevede la separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa (NetCo) da quelle commerciali di TIM (ServCO) - mediante un’operazione societaria da definirsi - e l’integrazione delle prime con la rete controllata da Open Fiber (sempre con modalità da definirsi).
TIM focalizzerà in via prioritaria le proprie attività sul mercato italiano nei servizi di telecomunicazione e trasmissione di dati.
Come riportato dal comunicato di Cdp: “Con la sottoscrizione del MoU non vincolante, le Parti si sono impegnate a negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell’Operazione con l’obiettivo di addivenire alla firma di eventuali accordi vincolanti entro il 31 ottobre 2022”.
A prescindere dalla struttura che potrà essere individuata, l’Operazione sarà sottoposta all’approvazione dell’Assemblea degli Azionisti di TIM.
Per arrivare all’accordo vincolante le parti devono ancora chiarire varie questioni strategiche e di governance, come il perimetro della NetCo e il tipo di struttura dell’operazione, ma il processo di integrazione sembra realmente avviato.
Accordo commerciale Open Fiber, TIM e Fibercop
Pochi giorni prima della firma del Mou, il 13 maggio, Open Fiber, TIM e Fibercop avevano siglato un accordo commerciale che ha aperto una nuova fase di relazioni tra i principali operatori infrastrutturali italiani che consentirà un più efficiente utilizzo delle risorse.
Il comunicato di Open Fiber specifica: “Nelle aree bianche (dove Open Fiber si è aggiudicata i tre bandi pubblici indetti da Infratel) l’accordo prevede che:
- Open Fiber acquisti da FiberCop, per un controvalore complessivo superiore ai 200 milioni di euro, il diritto d’uso (IRU) per infrastrutture aeree e collegamenti d’accesso alla casa del cliente
- TIM si impegni a mettere a disposizione dei propri clienti nelle aree bianche la fibra ottica di Open Fiber (si stima che chiederanno la tecnologia Fiber To The Home almeno 500 mila clienti).
Ricordiamo che FiberCop - società del Gruppo Tim (58%) partecipata da Fastweb (4,5%) e dal fondo Kkr Infrastructure (37,5%) - opera con un modello di coinvestimento aperto che consente di evitare la duplicazione delle infrastrutture e di minimizzare gli impatti ambientali e gli sprechi.
Gli operatori che aderiscono al coinvestimento, oltre al beneficio infrastrutturale e alla possibilità di indirizzare lo sviluppo della rete, ottengono condizioni trasparenti, prezzi stabili nel tempo e parità di trattamento. Sono sei gli accordi di coinvestimento siglati nei primi nove mesi di vita della società, che si aggiungono a quelli con gli azionisti Tim e Fastweb.
Fonte: Cassa Depositi Prestiti