La nuova società, nata dall’incorporazione della rete fissa di Telecom Italia (TIM) in FiberCop, è controllata da un gruppo di investitori guidati dal fondo statunitense KKR che comprende il Ministero dell'Economia e delle Finanze (16%), il fondo infrastrutturale italiano F2i Sgr (11,2%), il Fondo sovrano di Abu Dhabi Adia (20%) e il Fondo pensione canadese CPP Investment (17,5%).
FiberCop è la rete di telecomunicazioni ad accesso libero wholesale aperta a tutti gli operatori in Italia, che fornisce servizi di connettività end-to-end sul territorio nazionale. Rappresenta l'infrastruttura di rete più avanzata e capillare a disposizione degli operatori, con oltre 24 milioni di chilometri di fibra ottica e una copertura ultrabroadband (FTTX) superiore al 95% delle linee attive.
L’operazione di cessione è stata valorizzata fino a un massimo di 22 miliardi di euro e permette a TIM di ridurre in maniera significativa l’indebitamento finanziario (il deleverage previsto al closing è confermato in 14,2 miliardi di euro). Il debito residuo scende a 7,5 miliardi dagli oltre 21 prima dello spin-off con minori costi di servizio del debito.
S&P ha alzato il rating creditizio del gruppo TIM di due gradini a BB dal precedente B+ dopo la vendita della rete a KKR. L’outlook resta stabile. L’agenzia di rating si attende che Tim manterrà il suo forte posizionamento su mercato domestico e in Brasile.
Le dichiarazioni
Secondo il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti “Il perfezionamento della cessione di Netco a KKR è il primo pezzo di un puzzle della soluzione degli storici problemi di questo paese e un passaggio chiave per riassetto del sistema telecomunicazioni italiano. Il governo interviene in un settore strategico, con una grande operazione di politica industriale che, tra l’altro, mette in sicurezza Tim e i suoi lavoratori”.
Luigi Ferraris - che ha ricoperto in Ferrovie dello Stato Italiane il ruolo di Ceo dal 2021 al 2024 - è stato nominato amministratore delegato di Fibercop. Alla presidenza Massimo Sarmi, chairman di FiberCop dal novembre 2020, Elisabetta Romano è stata nominata Chief technology & operation office.
Pietro Labriola, Amministratore delegato di TIM, ha evidenziato: “Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile. TIM resterà la Telco di riferimento in Italia, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi, sia sul fisso che sul mobile, a famiglie, imprese e Pubblica amministrazione”.
Il piano industriale di TIM
Il piano industriale “Free to Run”, approvato lo scorso marzo dal Cda di TIM, individua le linee di sviluppo per TIM nel 2024-2026 e prevede un significativo miglioramento di tutte le metriche economico finanziarie, mantenendo una solida struttura di capitale. Per quanto riguarda le singole entities che compongono il Gruppo:
- TIM Consumer proseguirà la stabilizzazione del core business, con un progressivo aumento dell’Arpu fisso e mobile e svilupperà il modello di ‘Customer Platform’, con un focus sulla crescita dei ricavi ‘beyond connectivity’ attraverso nuove partnership e opportunità nel settore delle famiglie e delle piccole e medie imprese.
- TIM Enterprise continuerà l’accelerazione dei ricavi grazie al posizionamento sui settori chiave per la crescita: Cloud (TIM è principale socio e abilitatore tecnologico del Polo Strategico Nazionale), IoT e Cybersecurity
- TIM Brasil: è prevista un’ulteriore crescita dei ricavi e dell’Ebitda, con una generazione di cassa in crescita in doppia cifra.
Nelle intenzioni del piano: “TIM rimarrà l’operatore di TLC più infrastrutturato in Italia e continuerà a investire sulla propria rete mobile, accelerando lo sviluppo del 5G, contando sul più ampio spettro di frequenze e sulla più vasta rete di trasporto dati del Paese, e sullo sviluppo del proprio ecosistema tecnologico, composto fra l’altro da un’infrastruttura di 16 Data Center dislocati su tutto il territorio nazionale”.
A valle dell’operazione di scorporo della rete, l’organico totale di TIM scende da 37.065 a 16mila unità equivalenti a tempo pieno.
Fonte: F2i Sgr