Protocollo RCS (Rich Communication Services) - cos'è e a cosa serve

Nel 2022 gli SMS compiono 30 anni, è arrivato il momento di mandarli in pensione?

Nonostante il successo di WhatsApp, Facebook Messenger, WeChat e simili, tutt’oggi ci sono ancora più di quattro miliardi di utenti di SMS in tutto il mondo che inviano 20 miliardi di messaggi al giorno.

Già da qualche anno però si parla sempre di più di RCS ovvero “Rich Communication Services” come il servizio che potrebbe rappresentare l’evoluzione dell’attuale Short Message Service (SMS) e soprattutto dei Multimedia Messaging Service (MMS).

Il recente studio di Juniper Research “RCS Business Messaging: monetisation models, competitor leaderboard & market forecasts 2022-2026″, infatti, stima che il numero totale di abbonati RCS crescerà da 1,2 miliardi nel 2022 a 3,8 miliardi entro il 2026, arrivando così a rappresentare il 40% degli abbonati mobili globali, con un tasso di crescita di oltre il 200%.

Di che cosa si tratta?

L’RCS è un protocollo per la messaggistica “Rich Media” sulle reti degli operatori telecom, che prevede funzionalità avanzate come la condivisione di foto e video ad alta risoluzione, indicazioni geografiche su mappa e condivisione della posizione, l’invio di messaggi vocali, la possibilità di aggiungere e rimuovere membri alle chat di gruppo e molto altro ancora, senza ovviamente dover rientrare nel limite di 160 caratteri attualmente presente nei messaggi SMS.

Tutte queste funzionalità, ad oggi utilizzabili soltanto tramite le app di messaggistica sopracitate, diventano quindi tramite RCS parte integrante dell’app di messaggistica predefinita di un dispositivo, indipendentemente dalla rete internet a cui è agganciato (rete mobile o Wi-fi).

Come funziona?

RCS è stata costituita per la prima volta nel 2007 ed è stata rilevata dalla GSM Association (GSMA) nel 2008. Nel 2016, GSMA ha concordato un profilo universale, ovvero un insieme di standard che tutti gli operatori mobili, i produttori di telefoni e i fornitori di software possono utilizzare per implementare RCS sui dispositivi.

RCS infatti si basa sull’architettura IP Multimedia Subsystem (IMS), che garantisce proprio l’interoperabilità tra più fornitori di servizi, a differenza delle piattaforme “chiuse” degli “Over The Top” (OTT) come WhatsApp ecc..

In altre parole, se entrambi i dispositivi e gli operatori del mittente e del destinatario supportano RCS, non è necessario scaricare alcuna app per avviare una chat o scambiarsi un file o qualsiasi altra informazione che in precedenza, senza uso di altre applicazioni, poteva al limite essere scambiata tramite MMS (che solitamente però ha un costo non incluso nei piani tariffari). Se invece si invia un messaggio RCS a un destinatario il cui telefono o rete mobile non lo supportano, verrà inviato come un normale messaggio di testo SMS.

Quali sono i vantaggi?

I vantaggi rispetto al servizio SMS/MMS sono evidenti e sono gli stessi che hanno spinto la maggioranza degli utenti mobili a utilizzare app di messaggistica offerte dagli OTT. Rispetto a queste ultime però ci sono alcuni ulteriori vantaggi; di uno di questi abbiamo già parlato, e riguarda la possibilità di inviare contenuti multimediali anche a utenti che non hanno installato alcuna app esterna, e senza necessità di essere collegati alla rete di un operatore. Per l’invio dei messaggi RCS è infatti sufficiente una connessione internet qualsiasi, tramite Wi-fi ad esempio.

In aggiunta a questo, alcune caratteristiche di questo servizio lo rendono particolarmente interessante per le aziende come evoluzione del servizio di invio massivo di SMS.

Anzitutto il protocollo prevede la possibilità di una verifica sul mittente: affinché un’azienda possa inviare un messaggio tramite RCS, deve passare attraverso un processo di verifica del marchio. Il destinatario potrà quindi verificare lo stato (“verificato”) del mittente, e il messaggio ricevuto conterrà non soltanto il numero di cellulare ma anche nome ed eventualmente il logo dell’azienda, evitando così che possa essere scambiato per messaggio “Spam”.

Vi sono poi molte applicazioni interessanti, come, ad esempio, oltre alla chatbot, l’invio di documenti: carte di imbarco, ricevute di pagamento, bollette, ricette mediche, referti etc…. potendo così raggiungere in modo facile e sicuro anche utenti non dotati di casella di posta elettronica o app di messaggistica di OTT.

La messaggistica RCS si presta quindi ad essere usata in combinazione con altri canali per una strategia di comunicazione “omnichannel”.

Quali operatori e dispositivi la supportano?

Attualmente RCS a livello globale è supportato da 47 operatori mobili, 11 OEM e 2 fornitori di sistemi operativi (fonte: Wikipedia).

In Italia sembra che il servizio al momento sia supportato solo da TIM e Vodafone. Quest’ultima in particolare lo commercializza con il nome di “Comunicazione Avanzata”, sottolineando il vantaggio di poter effettuare videochiamate senza consumare GB.

Per gli operatori, nonostante la concorrenza di OTT come Google (che ha investito molto su questo servizio), potrebbe essere una nuova opportunità di business; secondo lo studio di Juniper, infatti, i ricavi degli operatori globali dai servizi Rcs saliranno da 230 milioni nel 2022 a oltre 4,6 miliardi entro il 2026.

Per quanto riguarda i dispositivi, RCS è supportata da quasi tutti i nuovi modelli dei produttori di smartphone Android, mentre il grande assente è Apple. Come è noto infatti i dispositivi iOS sono già dotati di un sistema simile di messaggistica, “iMessage”, che ha però lo svantaggio di funzionare soltanto con altri dispositivi iOS.

Gli SMS quindi spariranno?

Difficile pensare che gli SMS spariranno del tutto almeno finché RCS non sarà supportato a livello globale da tutti gli operatori e OEM.  Rimarrà infatti necessario impostare l’SMS come opzione di fall-back predefinita per inviare un messaggio RCS a coloro che non hanno il servizio disponibile sul proprio dispositivo od operatore.

Lo sviluppo del 5G però, secondo il già citato report di Juniper Research, potrebbe accelerare la diffusione del RCS: poiché il 5G offre connessioni mobili più veloci, ciò faciliterà anche lo sviluppo di nuovi moduli di messaggistica vocale e video, che a loro volta, gioverebbe alla messaggistica RCS. La messaggistica 5G infatti mira a sfruttare velocità dei dati più elevate e una latenza inferiore per fornire una portata più ampia di contenuti ai clienti: una migliore qualità video, immagini a risoluzione più elevata e scenari di realtà immersiva. Poiché la messaggistica aziendale RCS è il servizio di messaggistica 5G ufficiale, si prevede che diventi un vettore essenziale per gli operatori mobili.

FM