21 nov 2023

Rapporto Mediobanca sulle Telco 2023

L’Area Studi Mediobanca presenta l’indagine sui maggiori gruppi mondiali e italiani nel settore delle telecomunicazioni con i dati dei primi sei mesi 2023 e del periodo 2018 - 2022.

L’analisi coinvolge le 32 maggiori telco internazionali con ricavi superiori ai 9 miliardi di euro ciascuna, di cui 13 hanno sede nell’Emea, 12 in Asia e Pacifico, le rimanenti 7 nelle Americhe. La ricerca contiene anche un approfondimento sulle dinamiche più recenti del mercato italiano.

Nel primo semestre 2023 il giro d’affari aggregato dei principali gruppi mondiali delle telco ha realizzato una crescita del 2,4% rispetto al primo semestre 2022. Le società asiatiche, con un incremento del 5,9%, hanno guidato la crescita del settore grazie ai player cinesi (+7,1%) forti del rafforzamento della quota di mercato nel 5G. In rialzo anche gli operatori dell’Emea (+1,4%), l’Europa è pressoché stazionaria (+0,6%). In controtendenza i ricavi delle telco americane con una contrazione dell’1,3%.

Anche in termini di redditività operativa permangono asimmetrie a livello geografico: il MON dei primi sei mesi del 2023 è cresciuto del 3,2%, grazie all’Asia & Pacifico (+5,6%) e all’Emea (+7,7%) e nonostante il -1,7% registrato dalle Americhe. Le società europee hanno segnato un incremento maggiore (MON a +10,5%), determinato dalla performance di Deutsche Telekom (+19%). Escludendo quest’ultima, la variazione si ridurrebbe al +0,3%.

Sul fronte dei ricavi, nel primo semestre 2023 Deutsche Telekom domina la classifica europea con € 55mld (-0,9% sul primo semestre 2022), seguita da Vodafone (€ 22mld, -2% sul 2022), Orange (€ 21,5mld; +1,2%), Telefònica (€ 20,2mld; +3,7%), BT Group (€ 10,3mld; +2,4%), Altice (€ 8mld; +0,9% su base pro-forma) e TIM (€ 7,8mld; +3,8%).

Investimenti e sviluppo del 5G

Le condizioni geopolitiche e i timori di recessione frenano gli investimenti, scesi nel complesso del 2,6%, con punte del 3,9% nelle Americhe e del 5% in Europa, nonostante la necessità per il Vecchio Continente di accelerare nello sviluppo del 5G.

A fronte di una penetrazione media mondiale pari al 17,7%, la nuova tecnologia è ai massimi negli Usa (64,8%) e Corea del Sud (63,3%), seguiti dal Giappone (54,6%) e dalla Cina (52,5%).

L’Europa risulta in ritardo con il 18,8% di penetrazione: Germania (46,4%) e Regno Unito (42,9%) detengono la leadership, mentre in Francia (17,3%) e Spagna (19,3%) il 5G resta poco sviluppato. L’Italia copre il 20% delle connessioni mobili totali, ma svetta per quota di popolazione raggiunta (con una copertura del 95,8% nel settembre 2023).

Ricavi nel 2022

Nel 2022, il giro d’affari aggregato dei 32 maggiori operatori mondiali è cresciuto del 3,9% sul 2021, grazie all’incremento del 7% delle vendite di dispositivi e del 4,2% dei ricavi da servizi che ha compensato la riduzione dei ricavi del 4% delle divisioni Media & Entertainment.

Al primo posto per ricavi si è collocata la statunitense Verizon (€ 128,3mld), tallonata da China Mobile (con € 127,4mld). Seguono Deutsche Telekom (con € 114,2mld, i 2/3 dei quali sviluppati negli Usa dalla controllata T-Mobile) e la statunitense AT&T (€ 113,2mld). Ben 5 player asiatici sono presenti tra i primi dieci operatori.

TIM è 20esima, ma scenderebbe in 22esima posizione con ricavi stimati in € 13,5mld escludendo le attività di NetCo, la società destinata a ricevere la rete fissa e i servizi wholesale. Grazie alla cessione di NetCo, è stimata per TIM una riduzione dei debiti finanziari di €14,2mld, con abbattimento della leva finanziaria al di sotto del 100%.

Mercato italiano

Il settore europeo delle telco nel 2022 è in timido miglioramento, ma non in Italia. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per € 59,1mld (+1,3% sul 2021), seguito da Francia (€ 36,7 mld; +1,8%), Regno Unito (€ 36mld, al netto della vendita di device i cui importi non sono disponibili; +2,7%), e Spagna (€ 30mld; +0,6%).

L’Italia occupa la 5ª posizione con € 26,9mld, in contrazione del 3,3% sul 2021 e del 13,8% nel quinquennio, in entrambi i casi il più ampio ridimensionamento nel Vecchio Continente. Estendendo il confronto al 2010, in Italia il giro d’affari del settore è diminuito di circa € 15mld (- 3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5,1%) rispetto alla fissa (-2,4%). Tali dinamiche sono influenzate da numerose variabili, tra le più rilevanti:

  • gli effetti regolamentari, con le tariffe di terminazione mobile in costante riduzione (€ 0,76 nel 2020, € 0,67 nel 2021, € 0,55 nel 2022 e € 0,4 nel 2023)
  • le pressioni competitive che in Italia hanno causato la più marcata contrazione dei prezzi dei servizi telefonici (-17,6%) rispetto al -3,2% medio europeo nel quinquennio 2018-2022
  • nel biennio 2022 - 2023 l’inflazione ha raggiunto quasi ovunque i propri picchi, ma in Italia le tariffe telefoniche sono rimaste pressoché stabili, pur non mancando tentativi di introduzione di meccanismi di adeguamento al carovita dei canoni mensili, con riferimento soprattutto ai nuovi contratti
  • gli operatori mobili virtuali (MVNO) e i second brand dei player infrastrutturati  incrementano i volumi dati inclusi nelle proprie offerte a parità di tariffa o, in alcuni casi, lanciano promozioni a prezzi ulteriormente ridotti.

Per i principali gruppi italiani il calo del giro d’affari e il rialzo dei costi hanno portato a un ebit margin dell’1,2% nel 2022 (dal 14,5% nel 2018), rispetto al 14,3% registrato dalle big dell’Emea (13,4% nel 2018).

Nel primo semestre 2023 i ricavi domestici dei principali operatori italiani sono risultati stazionari (-0,1%), con il comparto mobile che ha proseguito nel trend calante (-3,9%), mentre la telefonia fissa ha segnato un andamento positivo (+3%).

Principali operatori in Italia nel 2022

Il mercato italiano delle telecomunicazioni è tra i più frammentati e competitivi del Vecchio Continente. A fine 2022 nel nostro Paese operavano cinque player infrastrutturati e 20 operatori virtuali (MVNO) nel comparto mobile, mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia, Virgin Fibra e, da ultimo, Enel Fibra.

La necessità di raggiungere dimensioni di scala per affrontare investimenti infrastrutturali di lungo periodo, unita a una redditività non sempre adeguata, sta ridefinendo i contorni del settore.  L’unione tra Tiscali e le attività retail di Linkem (ora Tessellis) nell’agosto 2022 rappresenta un primo segnale di consolidamento del settore.

Nel 2022 TIM (attività italiane) è prima per fatturato (€ 11,9mld; -5,2% sul 2021) davanti a Vodafone (€ 4,8mld; -4,3%), Wind Tre (€ 4,2mld; -5,6%) e Fastweb (€ 2,5mld; +3,7%). Iliad ha ampliato la propria offerta alla telefonia fissa ed è in 5° posizione (€ 0,9mld; +15,9%).

Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le società di minor dimensione, nel quinquennio 2018 - 2022 Fastweb è l’unica a crescere (+17,4%), mentre le Big 3 segnano contrazioni attorno al 20%, con le maggiori difficoltà concentrate nel segmento consumer.

L’Italia ha recuperato terreno nel benchmarking europeo della connettività, con la copertura delle reti ad altissima velocità che è salita nel 2022 al 53,7% delle famiglie residenti (era il 33,7% nel 2020) rispetto al 73,4% della media europea.

In Italia la diffusione della banda larga fissa >100 Mbps, pari al 59,6%, è ora superiore alla media europea (55,1%) e allo stato dell’arte di Germania (38,5%) e Francia (51,4%). Quest’ultima svetta però per diffusione delle linee a 1 Gbps (39,9% delle famiglie, rispetto al 13,8% medio europeo e al 13,4% italiano).

Fonte: Area Studi Mediobanca (Report Telco 2023)