25 ott 2022

Indagine Mediobanca sui maggiori Gruppi del settore telecomunicazioni

L’Area Studi Mediobanca ha pubblicato l’indagine annuale che analizza i dati relativi ai primi sei mesi 2022 e al quinquennio 2017-2021 delle 30 maggiori telco internazionali.

In un contesto geopolitico in peggioramento, nel primo semestre 2022 il comparto delle telco si è mostrato resiliente, con il giro d’affari aggregato dei principali gruppi mondiali in crescita del 3,6% sul primo semestre 2021, trainato dalle società cinesi (+10,7%). Bene anche i player delle Americhe (+1,5%) e dell’Emea (+1,1%), dove però l’Europa è ancora al palo (+0,5%).

Le 30 maggiori telco internazionali, con ricavi superiori ai nove miliardi di euro ciascuna, hanno sede 13 nell’Emea, 11 in Asia & Pacifico e le rimanenti 6 nelle Americhe.

Principali Telco 2022

Gli investimenti sono complessivamente saliti del 7,1%, salvo diminuire dello 0,2% in Asia, con l’Emea a +4,8% (+2,9% in Europa) e con il maggiore incremento negli USA (+21,9%) dove sono principalmente destinati allo sviluppo del 5G.

A fronte di una media mondiale pari all’11,2% nella penetrazione del 5G , l’Europa si ferma all’8%; Germania (19,6%) e Regno Unito (17,4%) fungono da apripista, mentre l’Italia è attardata con l’8,7%, ma è davanti a Spagna (7,8%) e Francia (7%).

Nel 2021 i ricavi aggregati dei 30 maggiori operatori mondiali hanno segnato una crescita del +3,7% sul 2020, grazie al rimbalzo delle vendite di dispositivi (+17,2%) e delle divisioni Media&Entertainment (+18,4%), con i ricavi da servizi cresciuti del 2,4%.

Le telco asiatiche sono apparse più effervescenti, chiudendo i 12 mesi del 2021 in progressione del +7,2%, mentre per i gruppi americani (+1,0%) e per quelli dell’Emea (+2,0%) i rialzi sono più contenuti. La centralità dei player asiatici è confermata dalla presenza di cinque di essi tra i primi dieci operatori. TIM è scesa in 19esima posizione, superata dalla canadese BCE.

Con il termine della fase più acuta della crisi sanitaria, nel 2021 i ricavi della telefonia in Europa hanno mostrato segni alterni. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per €58,1 mld (+1,6% sul 2020), seguito da Regno Unito (€37,0 mld; -4,1%), Francia (€36,1 mld; +2,5%) e Spagna (€29,6 mld; +1,6%); l’Italia occupa la 5° posizione con €27,8 mld, in contrazione del 2,8% sul 2020.

Deutsche Telekom domina la classifica europea con ricavi pari a €56,2mld (+1,5% sul primo semestre 2021), seguita da Vodafone (€22,7mld; +1,8%), Orange (€21,3mld; +2,1%), Telefònica (€19,5mld; -4,2%), BT Group (€12mld; -0,5%), Altice (€7,9mld; +6%) e TIM (€7,6mld; -2,9%).

In Italia

In Italia il giro d’affari del settore è diminuito di oltre €14mld tra il 2010 e il 2021 (-3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5%) rispetto alla fissa (-2,5%).

Secondo dati Agcom, gli introiti da SMS sono diminuiti di €2mld (quasi azzerandosi) e i ricavi voce di €5,6mld nel fisso e €6,3mld nel mobile. Tali dinamiche sono influenzate dalle pressioni competitive che nel nostro Paese hanno causato, nel quinquennio 2017-2021, la più marcata contrazione delle tariffe telefoniche (-20,5%) rispetto al -4,9% medio europeo.

Nel primo semestre 2022 i ricavi domestici dei principali operatori italiani hanno proseguito il trend calante, scendendo del 4,6% (-3,1% il comparto mobile e -5,8% il fisso). La contrazione del fatturato rimane concentrata nei primi tre operatori: TIM (-7,5% la “domestic unit”), Wind Tre (-6,1%) e Vodafone (-2,5%), con una diminuzione cumulata di €258mln. Continua la crescita di Iliad (+15,4% sul primo semestre 2021), in rialzo anche PosteMobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%).

Le forti spinte inflazionistiche mettono sotto pressione la sostenibilità finanziaria di un settore energivoro, soprattutto nei mercati più frammentati e competitivi come quello italiano. A fine 2021 in Italia, nel comparto mobile operavano quattro player infrastrutturati e 23 operatori virtuali (MVNO), mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia e Virgin Fibra. L’unione tra Tiscali e Linkem nell’agosto 2022 rappresenta un primo tangibile segnale di consolidamento del settore.

Dal confronto tra i conti aggregati dei principali operatori italiani e quelli dei big mondiali emerge una redditività inferiore dei primi, con graduale allargamento del divario nel quinquennio 2017-2021 e in forte accelerazione nel 2021.

Per il mercato italiano, il calo del giro d’affari e il rialzo dei costi hanno portato a un ebit margin del 3,3% nel 2021 (dal 13,5% nel 2017), rispetto al 15,9% delle big mondiali (14,2% nel 2017).

Servizi Tlc in Europa: prezzi nel periodo 2017-21

Confronto prezzi telco UE

L’Italia ha recuperato terreno nel benchmarking europeo, grazie ai progressi in tema di connettività, con la copertura delle reti NGA (new generation asset) che nel nostro Paese è salita nel 2021 al 97% delle famiglie residenti (rispetto al 93% del 2020), superiore al 90% medio europeo. Tuttavia, la percentuale di famiglie italiane con accesso alla rete fissa ad altissima capacità è ancora bassa (44%, rispetto al 70% della media europea). È quindi prioritario cogliere le opportunità offerte dal Recovery Fund che ha stanziato €49,8 mld all’informatizzazione del Paese, con interventi rivolti alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e allo sviluppo di reti ultra broadband, 5G e satellitari.

Principali operatori in Italia

Nel 2021 TIM è prima per fatturato (€12,5 mld; -3,1% sul 2020) davanti a Vodafone (€5,0 mld; -2,5%), Wind Tre (€4,5 mld; -7,9%) e Fastweb (€2,4; +3,7%).

In uno scenario di generale ridimensionamento dei margini, Wind Tre è l’operatore con l’ebit margin più elevato nel 2021 (10,7%), seguito da Fastweb (8,9%) e TIM (6,5%), la cui redditività si è quasi dimezzata rispetto al 2020 per effetto dell’incremento dei costi operativi conseguente l’avvio di nuovi business. Fastweb segna il migliore risultato netto normalizzato in rapporto ai ricavi (7,2%).

Fonte: Area Studi Mediobanca